LA MACCHIA           

La sera precedente Tony aveva vissuto la sua prima vera sbronza. Chi l'aveva visto nelle varie feste a

cui aveva partecipato e lo chiamava ubriacone non era presente quella sera per poterlo vedere veramente

ubriaco.Fu una cosa fra pochi amici - sei o sette persone in tutto - ma bevvero come spugne e, mentre qualcuno capì che era meglio fermarsi, Tony se ne fregava altamente.

Era quello che più di tutti s'era allontanato dalla soglia della lucidità e fu anche il maggior promoter

delle bevute, sei bottiglie di ottimo Chardonnay tanto per fare i raffinati e smetterla un po' con questa

birra che la si trova sempre dappertutto - non che non gli piacesse, anzi -

Dopo un ritorno a casa alquanto difficoltoso, quelle sei bottiglie di ottimo Chardonnay finirono tutte nel

cesso, uscendo dalla stessa parte in cui erano entrate, però.

Nel sonno faceva dei ridolini convulsi, come se stesse sognando chissà cosa. Ma questo lui non l'avrebbe mai

saputo, così come nessun'altro. Avrebbe temuto che qualcuno avesse potuto sfotterlo. Già per un po'

avrebbe dovuto sorbirsi gli sfottii dei suoi amici per la balla, soprattutto da quelli che non c'erano. Ed

erano in parecchi.

Insomma Tony stava malissimo per tutta questa serie di futili motivi  e a peggiorare  le cose fu il pensiero

di aver sboccato tutto quel buon vino. L'unica cosa che riuscì a introdurre nel suo corpo fu una tazzina

di the, che però finì insieme al vino appena due ore dopo. Poi altre dieci ore di sonno, non essendo in

grado di fare altro e soprattutto senza la voglia di farlo.

Al suo risveglio la prima cosa che vide fu la sua gamba destra. Non che non se l'era mai guardata, ma

quella macchia così grande e strana non l'aveva mai notata. Partiva dal ginocchio e terminava appena sopra

la caviglia. Nel mezzo una grossa macchia nera che non presagiva niente di buono.

Era molto difficile darle un nome preciso in quanto dai contorni e dal colore sembrava una grossa macchia

d'olio per le auto e i motorini o di sporco in generale, ma a toccarla sentiva le dita affondare

nella sua pelle insieme a un dolore lacerante, pari a quello di un grosso livido moltiplicato per diecimila.

Era come se la sua tibia si era trasformata in un pezzo di carne molliccio, eppure riusciva a camminare

senza troppi problemi anche se, ogni tanto, si sentiva la gamba cedere.

:- Come diavolo ho fatto a farmi questa roba?? E ieri ce l'avevo?oh cazzo...- Non sapeva davvero che fare il

povero Tony. Era sconvolto da quella sua gamba trasformatasi così all'improvviso. Rimase a fissarla

senza neppure muoverla per circa un'ora :-Forse basta aspettare.- Aveva notato che man mano il tempo passava

 la macchia lentamente si rimpiccioliva - adesso era poco sotto il ginocchio -

:- Bho lasciamola così. Sembra guarire da sola. Io ho altro a cui pensare.- Aveva preso il problema un po'

sotto gamba, IL Tony. Non avrebbe mai immaginato in che guaio stava lasciando cadere il suo arto...

Il giorno dopo la sbronza era ormai terminata. Cioè va bene sboccare, ma prima o poi deve per forza finire. E

Tony aveva trascorso tutta la giornata precedente senza toccare neanche una briciola, contorcendosi tra

spasmi che ogni tanto erano causati dal mal di pancia e ogni tanto dalla fame. Non ci aveva più pensato a

quella macchia o livido o bubbone o in che altro modo lo si possa chiamare. Se ne ricordò solo al mattino.

:- Mi farò una doccia. In fondo non è nient'altro che un po' di sporco. Basta lavarlo via. Già. Ma allora

perché si rimpicciolisce?:- Peccato vedere i giovini d'oggi delusi dalle loro stesse aspettative. Già molto

spesso deludono quelle dei loro genitori.

Comunque un po' se l'aspettava. Quel ma allora perché si rimpicciolisce? aveva iniziato a smantellargli pian piano le speranze.

:- Oh no! E adesso come faccio?? Non posso certo uscire con questa roba sulla gamba! E' antiestetico!

Chissà cosa penserà la mia compagnia!- Non sono solo le donne a lamentarsi dei problemi estetici. Tony era

il classico fighetto con pochi soldi, che vestiva roba originale firmata Naik o Adibas o Racbook comprata per

pochi euri al mercato e spendeva cifre enormi per comperarsi il pezzo truccato dello scooter, salvo poi

farsi beccare dagli sbirri appena tre ore dopo averlo montato.

E si divertivano quei bastardi. Ormai lo conoscevano bene, talmente tante erano le volte che lo avevano

fermato. Lo lasciavano filare senza troppi problemi per un po' di tempo, magari anche un mesetto o due,

aspettavano che montasse qualche bel pezzetto tipo una supermarmitta o un megacarburatore e poi lo fermavano.

Multone e se c'avevano voglia anche il ritiro del mezzo per un po'. Se ne accorgevano quei maledetti

quando cambiava qualcosa allo scooter. Il suo rombo lo conoscevano a memoria e alla minima modifica scattava

la paletta rossa. Lo trattavano con un occhio di riguardo.

Comunque il Tony pensò di risolvere il "problema macchia" (decise lui di chiamarla così) mettendosi un

paio di jeans lunghi.

Uscì. Attraversò la strada. Ri-attraversò la strada. Rientrò in casa. Aveva fatto solo pochi passi, ma

lungo la schiena aveva già qualche litro di sudore che gli colava giù, trasmettendogli una certa sensazione

di disagio poco prima di infilarsi nelle mutande.

Si cambiò la sua maglietta targata Naik con in mezzo il famoso simbolino appena storpiato (perché è pur

sempre Naik) che si era messo dieci minuti prima e adesso buona per lavare tutti i pavimenti della casa

con il sudore e si diede una ripulita.

Quella dannata macchia ormai aveva il diametro d'una decina di centimetri, perciò era molto più verosimile

ad una vera e propria macchia d'olio. Ragion per cui IL Tony decise di mettersi i pantaloni corti, quelli a

mezzo polpaccio. anche per non restare completamente prosciugato dal caldo. Ai suoi amici avrebbe

raccontato che si era sporcato con un po' d'olio mentre puliva il motorino. Chissà se l'avrebbero

bevuta. Quando li raggiunse alla piazzetta, dove c'era sempre

uno di loro (certe volte sembrava quasi che si davano il cambio della guardia per sorvegliare il presidio),

erano già presenti tutti i tipi della sua compagnia.

Il primo a salutarlo fu Alex, il quale gli allungò prontamente una Bud fresca appena tolta dal frigo. Non

aveva ancora detto ciao che erano già partiti gli sberleffi.

Il povero Tony tornò a casa distrutto. Non tanto fisicamente - avevano fatto un bel partitozzo a calcio

e IL Tony aveva anche segnato i due gol decisivi nonostante la gamba; alla fine zoppicava un po' -

quanto moralmente. La sua compagnia, per usare il suo gergo, l'aveva smontato ancora peggio di quanto

s'immaginasse riguardo alla sbronza. Forse non doveva darci troppo peso, ma Tony era uno che al minimo

commento, bello o brutto, se la prendeva. Specialmente se era brutto. Sapeva che sarebbero arrivati, ma

pensava che qualcuno avrebbe avuto un po' di compassione e - perchè no? - di pena.  Invece niente,

erano stati bastardi fino in fondo e di quella maledetta macchia neanche una parola.

Già la macchia. Che fine aveva fatto? Tony si guardò la gamba: era scomparsa. O meglio c'era ancora, ma

aveva le dimensioni di un neo.  :- Bhè almeno un problema l'ho risolto. Nessuno avrà

da ridire per questa strana macchia. Probabilmente oggi quando sono uscito la macchia s'era già

notevolmente rimpicciolita e i miei amici della compagnia l'avranno scambiata per un grosso neo.

Meglio così.- Andò a dormire molto più rilassato IL Tony sapendo di

avere un problema in meno da affrontare l'indomani. Quella sera non volle uscire. Gli erano già bastati

gli sberleffi del pomeriggio. Inoltre con la sua compagnia c'è una sorta di rituale da fare tutte le

sere: si va al bar a bere! Solitamente non vedeva l'ora che calasse la sera solo per compiere questo

rito, ma dopo gli spiacevoli eventi non se la sentiva per niente di attaccarsi a una bottiglia. E poi aveva

finito i soldi che mammà & papà gli avevano sganciato tre giorni prima.

:- Stasera non ho voglia!- Concluse Tony in faccia ai suoi genitori che gli avevano chiesto come mai alle

8.57 di sera non s'era ancora fatto bello per uscire (con una punta di sfottìo anche loro, ma non per la

sbronza, loro non ne sapevano nulla e non lo sapranno mai). Ne furono molto sorpresi, ma anche molto

compiaciuti. Finalmente il loro frugoletto non stava a casa solo quelle dieci - undici ore che gli servivano

per dormire! Tuttavia non andò certo a letto presto. Raggiunse la

mezzanotte per guardarsi qualche programma, diciamo, osé, poi giocò un po' col computer. Gli avevano

prestato Fifa 2004 qualche giorno prima, ma non aveva mai avuto il tempo o la voglia di provarlo. Quella

sera era la sera adatta per farlo. Non pensava alla sua gamba, anzi non s'accorgeva neppure di ciò che le

stava accadendo. Chiunque sarebbe potuto entrare e infilargli un candelotto di dinamite fra le dita del

piede, proprio come nei più squallidi episodi di Beep-Beep, e lui non si sarebbe accorto di niente.

Forse avrebbe iniziato a formulare qualche strana teoria mentre era in aria con tutta la casa mentre,

uscito illeso dallo scoppio, rimbalzava sul suolo lunare per tornare sulla terra.

Quando finalmente decise di andare  letto e iniziò a mettere in pratica la sua decisione, una fitta

tremenda proprio all'altezza del centro della tibia gli fece pensare che forse la macchia non era

scomparsa. Osservò la gamba. Quello che vide fu incredibile. Si stava aprendo come un buco proprio

dove fino a poco fa c'erano i residui di quella strana roba!

All'inizio ne fu un po' estasiato, IL Tony. Cribbio,riusciva a vedersi l'osso della tibia con tutti i

globuli rossi che scorrazzavano per le vene e le arterie e le piastrine. Miliardi di piastrine. Questa

parte semi-sconosciuta (per lui) di cui era venuto a conoscenza solo nel film di Aldo Giovanni & Giacomo,

chiedimi se sono felice, quando Aldo si alza alla mattina e prende una capocciata sul naso dalla sua

tipa e urla :-Miiiiii, miliardi di piastrine perse per sempre!!!-

In seguito capì che forse se riusciva a vedere ciò, non era una cosa bella e che avrebbero potuto esserci

delle complicazioni. In fondo in fondo, ma molto in fondo non era così stupido come appariva a un primo

 sguardo e anche a un secondo e a un terzo ecc...

Infilò dentro un dito per verificarne la consistenza: era un po' viscido e anche abbastanza macabro a

vederlo, per fortuna era da solo nella sua camera e nessuno lo avrebbe visto.

Stava iniziando a preoccuparsi parecchio IL Tony. Pensò di chiamare il pronto soccorso, ma che cosa gli

avrebbe detto? che aveva una specie di buco nella gamba che si era formato da una specie di macchia

d'olio dalla consistenza molliccia di un livido? Certo ragazzo, e dove te la saresti trovata? ah no,

fammi indovinare: sei andato su marte in missione supersegreta! No è una faccenda che si doveva

risolvere da solo, o almeno così pensava.  Iniziava a sanguinare e qualche brandello di carne era

già sul colore marcio in decomposizione. Quella maledetta roba si sviluppava a una velocità

incredibile e a Tony questo non faceva pensare niente di buono. Corse in bagno in un modo o nell'altro

(faceva una fatica boia a correre) e prese una bottiglietta di disinfettante e dei dischetti di

cotone dall'armadietto dei medicinali.  Non era per niente sicuro di quello che stava facendo,

ma era sempre meglio che lasciarlo li a decomporsi. Almeno avrebbe provato a lottare per qualcosa, a

sbattersi per tentare di ottenere qualunque cosa, anche solo che l'espansione si fermasse a quel

semplice (!) buco.

Tony metteva freneticamente del disinfettante sui dischetti di cotone e poi li appoggiava sulla carne

marcia. Sembrava che stesse solo contribuendo alla sua fine anziché cercare di salvarsi. Si staccavano

brandelli di carne dai punti in cui appoggiava i dischetti.

Avete mai viso un decubito? Tony aveva la madre infermiera e ogni tanto gli capitava di vedere qualche

foto di sederi, schiene e gambe in decubito di vecchi anziani che avevano già speso il novantotto per cento

della loro esistenza terrena. La sua gamba faceva molto più schifo. Era in grado di vedere e toccare

l'osso della tibia e fra poco avrebbe potuto giocare a frisbee con la sua rotula. Fra poco. Fra molto poco.

Probabilmente nel giro di mezz' ora avrebbe dovuto trovarsi un compagno per farlo.

I brandelli di carne e pelle che si staccavano dalla gamba di Tony cadevano a terra circondandosi di una

piccola pozza di sangue. Avrebbe fatto la gioia di un cannibale, IL Tony. Il suo bagno si era trasformato in

una specie di macelleria umana riservata a lui.  Tony temeva che fosse giunta la sua ora. Si fece largo

nella sua mente il pensiero che quella di pochi giorni fa era stata la sua prima e unica vera sbronza e ne

era un po' dispiaciuto, ma continuava comunque a sperare.

Già, sperare. Un verbo molto simile a spirare. Squallido il destino. Le possibilità di vita o di

morte dipendevano da una vocale. Continuare a sperare o lasciarsi spirare?

Fatto sta che forse per la prima volta nella sua vita IL Tony si stava davvero sbattendo per qualcosa. Per

la prima volta non diceva si dopo lo faccio. Non ne aveva la possibilità.

AL Tony venne in mente una canzone, che gli entrò sempre più insistentemente nella testa fino quasi a

fargli dimenticare la gamba. Quasi.

 Impiccheranno

Geordie con una corda d'oro

 è un privilegio raro

 rubò sei

cervi nel parco del re

vendendoli

per denaro

 

Una gamba se n'era quasi andata. L' articolazione del ginocchio era ben visibile e poteva giocare a frisbee

con la rotula adesso, se voleva.

Quella maledetta canzone era ancora dentro la sua mente. Non riusciva a togliersela dalla testa.

Tony afferrò la sua rotula. Non era ancora del tutto sicuro che volesse farlo. La strappò. Un dolore

mostruoso, ma Tony impassibile teneva tutto dentro di . Non fece un verso. Poi si alzò in piedi. La gamba

gli crollò come una costruzione di regoli. Saltellando arrivò fino alla cucina, dove dal frigo estrasse una

bottiglia di Vodka Lemon.

:-Buona la vodka lemon mi piace la vodka lemon da morire- Ne buttò giù una gran sorsata.  Impiccheranno

Geordie con una corda d'oro...sempre più martellante nella sua testa.

Si trascinò in bagno con una fatica immensa. La macchia, ormai diventata un buco, aveva divorato quasi

tutto il piede, mentre dalla parte opposta si accingeva ad attaccare il pube e le zone genitali.

Impiccheranno Geordie con una corda d'oro.  Si aggrappò al cordino del cesso. Tirò lo sciacquone

diverse volte prima di riuscire a staccarlo. Strappò anche le tendine della doccia. Con quella fece molta

meno fatica. Nonostante il dolore si faceva sempre più insopportabile non emise un solo grido di dolore. Era

giunto a una decisione troppo velocemente per poter soffrire.

Impiccheranno Geordie con una corda d'oro... Ci aveva pensato forse troppo poco, ma aveva capito

qual era l'unico modo di potersi liberare da quella strana diavoleria che l'aveva preso, quella

maledizione. 

D' altronde non era uno a cui piaceva pensare, IL Tony. Preferiva agire. E quella notte agì.